2° Edizione di Mamma… E adesso? Non sei sola! Conosciamoci e confrontiamoci: 4 incontri gratuiti ONLINE rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli 0-12 mesi

2° Edizione di Mamma… E adesso? Non sei sola! Conosciamoci e confrontiamoci: 4 incontri gratuiti ONLINE rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli 0-12 mesi

Incontri tra mamme per aiutarsi, scambiare consigli ed esperienze, condividere esigenze ed imparare insieme!

Sono aperte le iscrizioni per la seconda edizione dell’iniziativa “Mamma… E adesso?  Non sei sola! Conosciamoci e confrontiamoci”.

L’iniziativa – 2° Edizione

4 incontri gratuiti online – su Skype – rivolti a donne in gravidanza e mamme con figli da 0 a 12 mesi circa, in cui si parlerà delle principali tematiche relative ai neonati e alla nuova vita da mamma.

Gli incontri – come per la prima edizione – saranno tenuti da Elena Caracciolo, giornalista e ideatrice del progetto di supporto, ascolto e informazione “Mamma… E adesso?” e interverranno altre professioniste del settore materno-infantile. Tra cui la mindfulness educator Elisa Sanguanini, la farmacista Caterina Scardovelli e la psicologa psicoterapeuta Rachele Sassi.

L’iniziativa è organizzata con la collaborazione del Comitato di Quartiere Rabin e della Farmacia Gamba.

In questa edizione gli incontri saranno online per l’impossibilità di organizzare gruppi in presenza a causa delle norme Covid.

incontri di supporto informazione mamme e donne incinta

La locandina degli incontri

Quando e per Chi

Quando: i lunedì 9-16-23-30 novembre dalle 9.30 alle 10.30.

A chi sono rivolti questi appuntamenti?

A tutte le mamme e future mamme che si sono sentite/si sentono sole in alcuni momenti della gravidanza e del post parto. In particolare in un periodo così critico ed incerto a causa del Covid.

Alle mamme che hanno bisogno di confrontarsi, condividere esperienze, consigli, dubbi, paure, preoccupazioni, felicità.

Alle mamme che vogliono conoscere altre mamme come loro, perché nel diventare madri, a volte, si ha la sensazione di impazzire per poi invece scoprire che tutte siamo alle prese con stati d’animo forti contrastanti e soprattutto mai provati.

Alle mamme che possono essere di aiuto a chi è in attesa del proprio bimbo e sente crescere qualche ansia insieme al pancione.

Alle mamme che lo sono già da diversi mesi e proprio per questo hanno capito che appena sembra di aver imparato qualcosa, ecco che subito si presenta un’altra fase.

Verrà condiviso materiale informativo anche sulla base delle richieste ed esigenze delle partecipanti.

I posti sono limitati. Per informazioni ed iscrizioni: 340.3818270

incontri di supporto informativi online per donne incinta e mamme con bimbi

Per approfondire e curiosare

LEGGI QUI l’articolo di presentazione della prima edizione degli incontri

LEGGI QUI il racconto della prima edizione e come è iniziato il progetto

LEGGI QUI per sapere meglio chi sono e cosa faccio

 

Eventuali variazioni verranno comunicate sia in questo spazio che in modo diretto a tutte le iscritte.

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Cosa mettere nella borsa per il parto

Cosa mettere nella borsa per il parto

Cosa metto nella borsa per il parto da portare in ospedale?

È una delle domande che ogni futura mamma si trova ad affrontare durante la propria gravidanza e in questo articolo ho scritto un elenco con i miei suggerimenti e l’elenco che mi avevano dato all’ospedale in cui ho partorito, il Carlo Poma di Mantova – avevo raccontato QUI la permanenza in reparto.

Non è certo una domanda da poco. In una delle esperienze più travolgenti della vita, una delle cose a dare una parvenza di sicurezza è riuscire a controllare quel poco che si può. (O almeno per me era stato così).

La gravidanza, il parto, il dopo parto e tutto il contorno sono di quanto meno controllabile ci sia al mondo. La borsa dell’ospedale invece si può programmare con anticipo. È anche un’ottima scusa per tenere la mente impegnata, lontana dalle ansie, e per tenersi occupate quando si ha addosso quello stato d’animo di impotenza misto a snervante attesa.

borsa per il parto da portare in ospedale

Naturalmente la borsa non sarà mai abbastanza perfetta e il desiderio di svuotarla, riempirla, controllarla e ricominciare daccapo fino al minuto prima dell’inizio del travaglio si impossesserà della tua mente.

Nonostante ciò avrai comunque la dannata sensazione di aver dimenticato qualcosa.

E di cose, io, ne avevo dimenticate parecchie. O meglio: non avevo ricevuto i giusti consigli.

Per evitare che altre mamme siano vittima delle mie stesse dimenticanze, ho scritto un elenco di suggerimenti utili e indispensabili per la preparazione della borsa. Parlo di “borsa” al singolare, perché per comodità ne avevo fatto una unica, ma so che c’è chi preferisce prepararne due mamma/bimbo.

Quelli che darei alla mia migliore amica se dovesse partorire.

Alla fine qualcosa potrà sfuggire alla memoria: niente paura! Si potrà sempre chiedere al papà, ad un’amica o a qualche parente.

pancia mamma in garvidanza

Un elenco di cosa portare nella borsa per l’ospedale – I miei suggerimenti

  • Pigiami e cambi comodi: personalmente valuto sempre la comodità, soprattutto in una situazione come quella della sosta ospedaliera. Quindi benvenute a tute, magliette larghissime, pigiami con bottoni davanti. Chi verrà a trovarti avrà occhi solo per il bambino e nemmeno vedrà come sei vestita tu

 

  • Biancheria intima adeguata agli assorbenti post parto: non portare mutande a cui tieni, perché c’è la possibilità che non tornino a casa con te o che non vengano più pulite. L’importante è che siano anche di una taglia in più

 

  • Reggiseno per l’allattamento: all’inizio possono essere utili quelli con le spalline che si sganciano

 

  • I cambi per il bimbo: almeno 6 e meglio l’opzione maglietta/golfino-pantaloncini invece delle tutine a pezzo unico, questo perché sarà più facile cambiare la creaturina quelle cento volte al giorno necessarie (+ body, bavaglini, calzine, cuffiette). NON servono i prodotti per la cura, il cambio del pannolino e l’igiene del neonato perché vengono solitamente forniti dall’ospedale

 

  • Prodotti per l’igiene personale: (qui ognuna sa ciò le serve)

 

  • Shampoo a secco: un aiuto comodo per non sentirsi pronte per la spremitura dei capelli dopo i primi due giorni, almeno per chi li ha grassi come i miei

 

  • Salviette disinfettanti per il bagno: il bagno lo dovrai condividere con più persone estranee e, anche se è vero che la probabile approssimativa pulizia della stanza d’ospedale sarà uno dei tuoi ultimi problemi nel post parto, un’attenzione in più non guasterà

 

  • Dei copri wc: ingenuamente pensavo che, come quando si usa un bagno pubblico, non mi sarei seduta sulla tavoletta del water. Ingenuamente appunto, perché con i punti doloranti non ero in grado di stare in sospensione e mi sarei seduta anche nel bagno di un autogrill

 

  • Ciabatte per stare in stanza e ciabatte per la doccia: entrambi le paia eventualmente da buttare prima del ritorno a casa

 

  • Diversi asciugamani per il bidet: anche questi che si possano poi buttare, in particolare a causa delle abbondanti perdite da post parto, difficilmente arginabili

 

  • Un plaid: se la stagione è fredda, mentre ad agosto andrà benone il lenzuolo fornito dall’ospedale. Sempre che in estate non ci sia aria condizionata che ricrea il clima della vasca dei pinguini dell’acquario di Genova

 

  • Un cuscino comodo: nelle prime ore e primi giorni di vita, il bambino chiederà di essere continuamente attaccato al seno e avere un appoggio confortevole è utile per preservare la schiena che sarà fondamentale

 

  • Un carica batteria portatile: le prese non sempre sono accanto al letto, ma distanti

 

  • Gli auricolari: gli AirPods sono i miei fidati compagni da quando è nata mia figlia, perché per quanto si acquisiscano abilità al limite del soprannaturale è complicato tenere telefono e creaturina in braccio/al seno

 

  •  Acqua: non sempre gli ospedali sono generosi con l’acqua, che però è fondamentale anche per aiutare l’arrivo della montata lattea

 

  • Uno spuntino gustoso da divorare durante il travaglio: ce ne sarà tanto, tantissimo bisogno

 

  • Uno spuntino altrettanto gustoso per tirarsi su di morale la prima notte: mi era stato consigliato ed io non avevo ascoltato il suggerimento per poi subito pentirmene e farmi portare pane e salame con una certa urgenza

L’elenco che mi era stato indicato dall’ospedale

  • Tutti gli esami eseguiti nel corso della gravidanza
  • Documenti
  • Effetti personali per mamma e bambino
  • Abbigliamento intimo comodo per il travaglio e l’allattamento
  • Calzini
  • Reggiseno adatto all’allattamento e slip comodi che consentano l’utilizzo di assorbenti
  • Prodotti per l’igiene personale
  • Eventuali farmaci assunti a domicilio
  • Quattro-sei cambi di abbigliamento per il neonato, adeguati alla stagione in corso
  • Bavaglini
  • Cuffietta e Calzine
  • Busta con cognome e nome della mamma, contente un cambio completo da consegnare agli operatori al momento del parto.

Un consiglio prezioso per risparmiare

Nota importante: vedo spesso su internet annunci su annunci di prodotti/oggetti vari da inserire nella borsa dell’ospedale. Chiaramente a prezzi esorbitanti per l’uso che poi se ne farà..

Il mio consiglio è di evitare di restare vittima di queste pubblicità create apposta per attirare l’attenzione e farti credere che tu abbia assolutamente bisogno di quella cosa che costa però così tanto.

Controlla se vicino a dove vivi c’è qualche outlet per gli acquisti.

travaglio e parto

Qualche esempio pratico

  • Avevo comprato le pantofole e la biancheria intima da usare in ospedale in un outlet Ovs, pagando le ciabatte circa 3 euro e gli slip 1,50 euro.
  • La borsa – che uso ancora oggi quando devo spostarmi per qualche giorno con la bimba – l’avevo acquistata in un negozio di marca cinese HaoMai, spendendo 12 euro.
  • Sempre nello stesso punto vendita avevo trovato anche le buste trasparenti per inserire e dividere i cambi della bimba, per circa 1 euro l’una.

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Aiuta anche tu l’ospedale di Mantova con una donazione – Combattiamo insieme l’emergenza sanitaria Coronavirus

Aiuta anche tu l’ospedale di Mantova con una donazione – Combattiamo insieme l’emergenza sanitaria Coronavirus

CLICCA QUI E FAI UNA DONAZIONE

Perché donare

Non credo servano molte spiegazioni. L’emergenza è seria e reale.

Non bisogna pensare di essere immuni o che non possa capitare qualcosa ad un nostro genitore, a nostro figlio, ad un nostro amico. Non solo nell’ambito del Coronavirus, ma per qualunque esigenza che richieda cure mediche.

La sanità è in sofferenza e anche tu, come me e come tutti, puoi essere di aiuto.

I soldi hanno una destinazione certa e sicura, quindi non ci sono scuse.

La raccolta fondi su GoFundMe organizzata da Valentina Tomirotti per l’ospedale Poma

Aiutiamo l’Ospedale di Mantova a combattere l’emergenza sanitaria del Coronavirus con una piccola donazione!

“L’Ospedale di Mantova “C. Poma” in queste settimane è il punto di riferimento per l’epidemia Coronavirus che sta interessando il nostro territorio. I continui casi giornalieri mettono in difficoltà il sistema sanitario ed è arrivato il momento di aiutare concretamente chi sta salvando vite e si sta occupando dei malati.

Come cittadina mantovana, attraverso la mia Associazione, voglio rendermi utile e chiedo il vostro aiuto per partecipare a questa raccolta fondi per supportare il grandissimo lavoro che stanno portando avanti medici, infermieri e personale sanitario per contrastare questa epidemia.

L’Ospedale C. POMA ha bisogno del nostro aiuto, qualsiasi donazione è importante per diminuire l’affanno in cui ci troviamo.
Anche una piccola donazione può fare la differenza: i fondi raccolti saranno direttamente devoluti all’Ospedale (che è a conoscenza di questa iniziativa)”.

Tutti possiamo fare qualcosa:
doniamo anche solo 5€;
– stiamo a casa rispettando il Decreto ministeriale;
– adottiamo comportamenti responsabili e preventivi divulgati dal Ministero della Salute per non creare ulteriore contagio;

Se si vuole, è possibile effettuare anche un bonifico bancario:

IBAN IT06A0538757820000003098257

Causale: “Emergenza Coronavirus POMA”

INSIEME CE LA FAREMO!
#stiamoacasa

Il post sul profilo Facebook per lanciare la raccolta fondi

Quotidianamente vi racconto cos’è questa epidemia #coronavirus vissuta da una delle “zone rosse”.
Non voglio essere più solo una voce che racconta, ma voglio fare qualcosa di concreto per la mia città e ho deciso di fare l’unica cosa che sono in grado di fare nell’immediato: alzare la mano e chiedere aiuto per supportare il nostro ospedale.
Ho attivato una raccolta fondi per sostenere il nostro ospedale “Poma” di #Mantovagf.me/u/xqaxqm
Come cittadina mantovana, voglio rendermi utile e chiedo il vostro aiuto per partecipare a questa raccolta per supportare il grandissimo lavoro che stanno portando avanti medici, infermieri e personale sanitario per contrastare questa epidemia.
Per dire Grazie e per contribuire a supportare l’affanno sanitario di questo momento, c’è bisogno di tutti Noi.

Restiamo a casa e doniamo!
#fermiamoloinsieme
#perdire

L’associazione “Pepitosa in Carrozza” di Valentina Tomirotti

L’Associazione “Pepitosa in carrozza” – come si legge nella presentazione del progetto – nasce nell’agosto del 2019, dall’idea di Valentina Tomirotti, giornalista mantovana e attivista del mondo della disabilità comunicato fuori dagli schemi. Pepitosa in carrozza nasce come conseguenza di un’esigenza di aver fame del mondo, ma di odiare le sorprese delle barriere architettoniche, di avere un unico contenitore di notizie turistiche che riguardano gli
itinerari, le strutture ricettive e di accoglienza, gli eventi, i mezzi di trasporto per raggiungere il luogo.
Pepitosa in carrozza si occupa di garantire un racconto continuo sulla realtà dei fatti per non avere sorprese di accessibilità in giro per il mondo.
Grazie a questa Associazione, la promozione turistica potrà aprirsi a nuovi canali di comunicazione e raggiungere ogni utente.

LA MISSIONE
Ci siamo posti come obiettivo quello di diventare un punto di riferimento del turismo accessibile per chi ha una disabilità motoria e vive in carrozzina.
Mapparemo il territorio sull’accessibilità e creeremo guide turistiche scaricabili sul proprio smartphone.

OBIETTIVI
+ Ogni anno vorremo compiere 3 viaggi da raccontare, da trasformare in guide turistiche;
+ Attraverso l’uso della Pepitosa mobile, programmare uno streaming itinerante che racconti il luogo
attraverso le persone che vogliono salire a bordo per diffonderlo;
+ Creare un incontro pubblico sul tema del turismo accessibile coinvolgendo gli studenti.

FAI UNA DONAZIONE ALL’OSPEDALE CARLO POMA DI MANTOVA 

 

 

Ad un mese dal parto racconto l’esperienza all’ospedale di Mantova, con qualche consiglio ed una scelta importante

Ad un mese dal parto racconto l’esperienza all’ospedale di Mantova, con qualche consiglio ed una scelta importante

Ciò che avrei voluto leggere o sentirmi raccontare da un’amica, prima del parto.
 
Doverosa premessa: sto scrivendo mentre allatto la creatura, ho gli occhi gonfi dal sonno e pure una certa fame.
 
Mi sembra incredibile, ma è passato un mese dalla nascita di mia figlia Beatrice. Sarà che a non dormire più si perde la concezione del tempo.. O che si viene inghiottite da un vortice di novità. Ho deciso di raccontare parte della mia esperienza all’ospedale Carlo Poma di Mantova, tralasciando i dettagli intimi, aggiungendo qualche consiglio.
 
 
Come quasi tutte le donne ho vissuto gran parte della gravidanza a temere quanto basta il momento del parto. Oggi invece, a distanza di trenta giri della Terra, ho dei momenti in cui vorrei farlo di nuovo ed altri in cui mi manca la pancia. A questo punto è già chiaro che il mio cervello ha subito qualche danno causato dagli ormoni.
 

Le principali domande, cioè preoccupazioni se non a tratti vero e proprio terrore, che mi sono posta nei nove mesi

– Quando succederà? Al termine, prima o dopo? La mia gravidanza durerà quanto quella di un elefante?
– Si romperanno le acque mentre mi trovo al supermercato a decidere se ingrassare con le Gocciole o con i Baiocchi?
– Riuscirò a sopportare il dolore come Xena la principessa guerriera nella puntata in cui viene ferita da Giove? Oppure chiederò se è possibile far partorire un’altra al posto mio?
– Mi sentirò in imbarazzo?
– La bambina avrà davvero tutte le dita delle mani e dei piedi come mi ha garantito la ginecologa?
– Il personale medico mi tratterà bene o finirò come quelle ragazze che hanno avuto pessime esperienze?
– Soprattutto: forse era meglio spendere un po’ di più per i pigiami acquistati come outfit ospedaliero considerando che mai rivedrò così tanti parenti e amici tutti insieme?
 
 
Insomma gli interrogativi erano infiniti. Le risposte pari a zero.
Una costante nella vita.
 

In ospedale

Avevo il termine il 10 ottobre. Gli ultimi giorni del nono mese sono durati circa centoventisei ore ciascuno.
Il 9 pomeriggio inizio a percepire qualcosa di strano. Qualcosa che somigliava alle contrazioni. La reazione a caldo è stata: Aspetta che chiedo prima ad un’amica se è proprio così. Ok è così. Oddio. Aiuto. Ci siamo. Non voglio farlo. Brutta idea questa faccenda del parto. Facciamo che non partorisco proprio, sono a posto così grazie. Per favore resta nella pancia. Stato d’animo proseguito fino alla nascita.
 
 
Il fastidio è diventato man mano dolore (mi baso su una scala del dolore femminile, perché su scala maschile era equivalente alla morte imminente). La sera del 9 intorno alle 22 decido con il mio compagno di andare in ospedale, al Poma di Mantova. Mi viene fatta circa un’ora di tracciato oltre alla visita. Mi dicono che è troppo presto, le contrazioni sono ogni cinque minuti e devono arrivare almeno ad ogni due. Verso mezzanotte mi invitano a tornare a casa e farmi una doccia calda. Mi fido e vado a casa, ma senza riuscire nemmeno a spogliarmi.
 
Un’ora dopo sono di nuovo in ospedale.
 
Il tracciato questa volta dura di più. Decidono di ricoverarmi. Verso le 4 mi mettono in reparto, in una stanza dove c’erano due neomamme con i bimbi. E mi chiedo se non ci possa essere un’area riservata alle donne in travaglio, in modo che non debbano stare nel letto accanto a chi ha appena partorito. Intorno alle 7, su mia richiesta, vengo visitata e spostata in sala parto senza nemmeno darmi il tempo di recuperare la borsa con portafoglio e documenti.
 

In sala parto

In sala parto ci arrivo spaventata e trovo degli angeli: le ostetriche. Professioniste che ho ringraziato pubblicamente anche con una lettera sulla Gazzetta di Mantova. Dal purgatorio al paradiso insomma.
 
 
Mi accolgono, mi rassicurano, mi trattano come se mi volessero bene. Dopo i primi controlli e the caldo con biscotti (non li volevo ma li ho divorati), mi accompagnano nella stanza in cui avrei visto mia figlia per la prima volta. Una stanza con letto, bagno, strumentazioni. Durante il travaglio mi vengono offerti assistenza costante, ascolto, cibo, possibilità di scelta per ogni dettaglio. Un unico intoppo: qualcosina deve non aver funzionato al meglio con l’epidurale (che non volevo fare ma poi cuor di leone ho cambiato idea) perché ad un certo punto mi si è addormentata buona parte del corpo e non riuscivo più a camminare.
 
Alla fine della lunga giornata, alle 20.57 è nata Beatrice.
Nota importante: ho donato il cordone ombelicale. Una scelta importante e sotto spiego meglio di cosa si tratta.
 
 
 

Un elenco di cosa portare nella borsa per l’ospedale

I miei suggerimenti:
 
– Shampoo a secco (comodo per non sentirsi pronte per la spremitura dei capelli dopo i primi due giorni)
– Salviette disinfettanti per il bagno (bagno da condividere con più persone estranee)
– Ciabatte per stare in stanza e ciabatte per la doccia (entrambi i paia eventualmente da buttare prima del ritorno a casa)
– Diversi asciugamani per il bidet (anche questi che si possano poi buttare)
– Un plaid (se la stagione è fredda, ad agosto andrà benone il lenzuolo fornito dall’ospedale)
– Un cuscino comodo
– Un carica batteria portatile (le prese non sempre sono accanto al letto ma distante)
– Gli auricolari
– Acqua (vedi sopra..)
– Uno spuntino gustoso per tirarsi su di morale la prima notte
 
 
 
 
Tutti gli esami eseguiti nel corso della gravidanza
– Documenti
– Effetti personali per mamma e bambino
– Abbigliamento intimo comodo per il travaglio e l’allattamento
– Calzini
– Reggiseno adatto all’allattamento e slip comodi che consentano l’utilizzo di assorbenti
– Prodotti per l’igiene personale
– Eventuali farmaci assunti a domicilio
– Quattro-sei cambi di abbigliamento per il neonato, adeguati alla stagione in corso
– Bavaglini
– Cuffietta e Calzine
– Busta con cognome e nome della mamma, contente un cambio completo da consegnare agli operatori al momento del parto.
 
 

La scelta di cuore di donare il cordone ombelicale

È possibile donare il sangue cordonale al termine del parto, dopo che il cordone ombelicale del bambino è stato reciso. Nei vasi cordonali rimane un po’ di sangue generalmente considerato prodotto di scarto. Questo sangue è invece ricco di cellule staminali che possono essere utilizzate per il trapianto di pazienti con leucemia o altre gravi malattie del sangue.
 
Se viene raccolto, la banca del sangue cordonale lo conserva per anni, restando a disposizione per le persone che necessitano di trapianto. Si può chiedere di donare volontariamente e gratuitamente il sangue cordonale. È una scelta libera, personale e volontaria, che non comporta rischi né per la donna né per il bambino.
 
Per farlo è sufficiente contattare l’associazione Abeo di Mantova e prendere appuntamento intorno alle 36/38 settimane di gravidanza per un colloquio e compilazione dei documenti con la biologa.
 
Poco tempo per fare una cosa grande.
 
 
“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza. 

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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