Come scegliere i prodotti migliori in gravidanza e per i neonati

Come scegliere i prodotti migliori in gravidanza e per i neonati

Come scegliere i prodotti migliori durante la gravidanza e per il proprio bimbo?

Il mondo dei cosmetici per neonati e bambini – ed anche per le mamme – è enorme ed offre vasta quantità di prezzi e prodotti. Un oceano di offerte in cui è facile perdere l’orientamento.

Un accenno alla mia esperienza

Dato che qualcuna me lo aveva già chiesto, rispondo subito con un brevissimo accenno. Durante la mia gravidanza, sulla mia pelle, avevo usato soltanto l’olio di mandorle puro della marca “I provenzali”, mentre i brand che ho preferito per la mia bambina, fin dalla nascita, sono stati Mustela, Linea Bimbi, Pranarom e Vea.

Qui però non mi soffermerò sulla mia personalissima esperienza in ambito di prodotti cosmetici.

Come cerco sempre di fare per qualsiasi tematica – e questa non è esclusa – voglio offrirti alcune informazioni utili e da un punto di vista esperto.

La parola ai professionisti

Lo sguardo esperto è quello della farmacista Caterina Scardovelli della Farmacia Gamba di Porto Mantovano.

Caterina Scardovelli farmacia Gamba Porto Mantovano

Caterina Scardovelli

Questo perché scambiarsi consigli ed esperienze soggettive per confrontarsi è sempre di aiuto, ma non bisogna dimenticare la validità di uno sguardo competente.

Sì, è un concetto che ribadisco spesso. Nella realtà social dove molti si improvvisano, dispensando suggerimenti su larga scala senza avere i titoli per farlo, insisto nel voler ricordare che le fonti vanno verificate. (Ah, colpa della mia deformazione professionale!)

Caterina è farmacista, mamma di due bimbi ed è tra le professioniste che collaborano insieme a me al progetto che ho ideato apposta per mamme, future mamme e in generale alle donne.

Ogni approfondimento durante gli incontri

Le informazioni riportate qui sono state approfondite una ad una durante l’ultima edizione degli incontri gratuiti “Mamma… E adesso?” rivolti a chi è già madre, a chi vorrebbe diventarlo e a chi è in gravidanza. La prossima edizione partirà nel 2022! Scrivimi se vuoi partecipare, o clicca qui per sapere di cosa si tratta.

Prima di cominciare, una doverosa nota: in questo spazio leggerai sintetiche informazioni ed indicazioni di carattere generale, ma per qualsiasi specifica necessità e problematiche che si prolungano nel tempo rivolgiti sempre al tuo medico, ginecologo, ostetrica pediatra, farmacista di fiducia… (insomma ci siamo capite) che saprà indicarti ciò che è meglio per te o per il tuo bambino.

Certificazione ICEA

Quando si sceglie un prodotto è possibile capire il livello di qualità e quindi di sicurezza. La certificazione ICEAistituto certificazione etica e ambientale – offre una garanzia del prodotto a livello di tutela dell’uomo e di cura dell’ambiente. I prodotti con questo marchio vengono sottoposti a controlli molto rigidi, con formulazioni adatte a pelli particolarmente sensibili. Vale per i prodotti per bambini, ed anche per gli adulti.

certificazione Icea come scegliere prodotti per mamme e bimbi

La scritta “prodotto con ingredienti naturali” non è sufficiente a garantire un acquisto in completa sicurezza.

Un’altra differenza è anche di prezzo. I cosmetici eco biologici verificati Icea costano di più.

La pelle dei neonati

La pelle dei neonati è più sensibile e delicata di quella di qualsiasi altra fase della vita. La pelle è il primo organo che ci offre un campanello di allarme se qualcosa non funziona all’interno. Una pelle curata è sinonimo di salute.

La struttura della pelle dei bambini è diversa da quella degli adulti: è una pelle meno protetta nei confronti degli agenti esterni.

Il bagnetto

Possiamo identificare il bagnetto come primo momento di cura della pelle per un neonato. La temperatura ideale dell’acqua è tra i 32 ed i 35 gradi e la durata di qualche minuto, almeno nei primissimi mesi.

come scegliere prodotti per mamme e bimbi

Quando il bimbo è appena nato è consigliabile usare amido di riso, soprattutto se è estate. L’amido di riso è presente sul mercato in varie consistenze ed è possibile metterlo direttamente nell’acqua, per avere una azione lenitiva ed ammorbidente.

I bambini non emanano odore, però sudano.

Per i bimbi più grandi è bene cercare detergenti specifici ma sempre delicati. Più la pelle è secca e delicata e più servono detergenti delicati, ad esempio un olio detergente a base oleosa.

Tutti i prodotti vanno risciacquati e poi la pelle va asciugata bene, tamponando e non sfregando.

Dopo il bagnetto

La pelle del bambino va correttamente idratata dopo ogni bagno. Se al bimbo piace il massaggino, ben venga, altrimenti è possibile trovare un modo alternativo per rendere il momento piacevole.

Proseguendo puoi leggere quali prodotti usare.

Il talco

È un buon prodotto il “talco non talco”. Un prodotto liquido e ottimo per tutte le età. Ha la proprietà di assorbire l’umidità della pelle, come il borotalco, ed allo stesso tempo va a prevenire gli arrossamenti. Una vera coccola morbida.

Il talco è utile anche nel periodo estivo perché va a creare un film che protegge dagli insetti e dalle zanzare.

come scegliere prodotti per mamme e bimbi

come scegliere prodotti per mamme e bimbi

Il talco “Fiocchi di riso”, ad esempio, crea una barriera sulla pelle ed assorbe l’umidità ed è indicato anche per i bimbi piccoli pieni di pieghette che possono irritarsi.

Il cambio del pannolino

Durante questo momento è utile utilizzare una crema che sia lenitiva e protettiva allo stesso tempo. Il pannolino di solito si usa fino circa ai due/tre anni e quella in questione è quindi una zona del corpo da tutelare da irritazioni ed arrossamenti.

L’ossido di zinco ha proprietà decongestionante e dermoprotettiva, quindi fondamentale e molto utile come base per i prodotti che si scelgono per il cambio.

Linea Vea

Questa linea presenta formulazioni arricchite con vitamina E, che va a rimarginare tutte le screpolature della pelle. Nonostante le attenzioni degli adulti, ai bimbi possono venire delle dermatiti da pannolino e in questi casi il sederino rimane rosso a lungo.

Consiglio: evitare di mettere cortisone. Optare magari per il Canesten mescolato con la pasta per cambio pannolino a base di ossido di zinco.

Le dermatiti da pannolino possono venire per l’umidità che si crea e non per qualche disattenzione del genitore.

Gli oli

Ci sono oli in formato spry di tanti tipi con azioni emollienti, rigeneranti e rinfrescanti.

In commercio esistono oli naturali come calendula, macadamia, mandorle e oliva.

L’importante è controllare che non ci siano anche addensanti o coloranti e leggere sempre bene gli ingredienti riportati sull’etichetta per non farsi trarre in inganno dal marketing.

Ad esempio l’olio di lavanda non deve mai e poi mai essere viola!

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Tutti gli oli naturali e filtrati devono essere senza colore e la stessa regola vale per i prodotti per gli adulti.

La crosta lattea

Si chiama così perché un tempo si credeva fosse dovuta al latte.

Si tratta di squame o crosticine che si formano sul cuoio capelluto e non sono molto fastidiose per il bambino, è più una questione poco gradevole a livello estetico per gli adulti.

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Per migliorare la situazione va bene qualsiasi prodotto purché sia a base oleosa.

La crosta lattea è una condizione che si manifesta nei primi quattro/cinque mesi di vita del bimbo e poi va via da sola. Solitamente non comporta particolari problemi.

Prodotti per la mamma in gravidanza e post parto

Nelle fasi della gravidanza e del post parto la cosa fondamentale è il detergente intimo.

Ogni fase della vita di una donna comporta un Ph diverso.

Il Ph in gravidanza è molto diverso ed è necessario avere un detergente con Ph basico che vada a prevenire funghi, candida ed irritazioni cutanee della zona intima.

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La calendula ha un’azione calmante ed è ottima in questo caso.

È bene evitare di usare farmaci per la zona intima se è possibile, soprattutto quando si è incinta.

Per la mamma che ha appena partorito serve invece un detergente a Ph neutro, ricordando che dopo il parto si può anche avere paura di lavarsi accuratamente ed è completamente normale.

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Le smagliature

Le smagliature vengono alla maggior parte delle donne in gravidanza e possono essere causate dall’aumento di peso e dal conseguente rilassamento cutaneo: non c’è più la compattezza dello strato dell’epidermide

Dopo ogni doccia è possibile usare una crema specifica per smagliature a base di olio di mandorla, oppure una crema elasticizzante.

Le smagliature sono una condizione normale, per quanto possano far sentire a disagio. Finché sono rosse si possono curare, ma quando diventano bianche non si potrà più fare nulla e rimarranno sulla pelle.

Che si tratti di parto naturale o cesareo, in fase post parto bisogna evitare l’acqua calda sui punti.

Ringrazio Caterina Scardovelli per il prezioso contributo.

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza. 

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme.

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Animali e natura al Parco Natura Viva

Animali e natura al Parco Natura Viva

Una delle esperienze più belle da far vivere ai bambini è sicuramente quella del contatto con natura ed animali.

Dove trovarli entrambi?

Al Parco Natura Viva di Bussolengo (VR).

Il Parco Natura Viva

Un luogo che di esperienze ne offre davvero molte, adatte ai piccoli ma anche ai grandi.

parco natura viva Bussolengo Verona giornata con un bambino

È possibile trascorrere un’intera giornata senza comunque riuscire a visitarlo davvero tutto. Personalmente, io sto già pensando a quando poterci tornare.

Non ci ero mai stata prima, e dato che mia figlia – come tutti i bimbi di circa 1 anno e mezzo – adora qualsiasi animale, ho colto l’occasione per portarla a vederne tantissimi.

Fenicotteri, cammelli, ippopotami, rinoceronti, giraffe, leoni, scimpanzé, tartarughe giganti, volatili di ogni specie… Immersi nella natura, ma con ogni comodità a disposizione.

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Biglietti e orari

Attualmente è necessaria la prenotazione del biglietto online, cliccando QUI.

Le opzioni sono diverse: puoi scegliere di prenotare ed acquistare allo stesso momento il biglietto, oppure prenotare e basta, scegliendo il pagamento alla cassa del Parco al momento dell’arrivo.

Con la mia famiglia abbiamo deciso per questa seconda opzione, perché quella settimana il tempo era poco stabile e con una bambina piccola l’imprevisto è dietro l’angolo.

Ho quindi prenotato circa 8 giorni prima per la domenica successiva con l’opzione “ingressi dal mattino”, inserendo i dati di ciascuna persona e salvando i biglietti sul telefono. Il biglietto giornaliero è costato 25 euro.

Il Parco apre alle 9, mentre l’area Safari alle 9.30.

Suggerisco di essere lì al mattino, proprio intorno all’orario di apertura.

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L’arrivo

All’arrivo (partendo da Mantova al mattino ho impiegato poco più di un’ora) abbiamo parcheggiato la macchina nel parcheggio a pagamento, al costo di 3 euro da pagare all’uscita – e ci siamo diretti al Parco.

Alle casse abbiamo atteso in fila una ventina di minuti, e una volta entrati, l’impatto è stato subito bellissimo.

È possibile scegliere di cominciare dal percorso che si preferisce, e i cartelli con le indicazioni all’interno e la piantina che viene consegnata hanno ogni informazione utile per orientarsi.

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Servizi

Nel Parco sono presenti numerosi chioschi e distributori automatici con panchine per fermarsi a bere o mangiare, o anche solo per riposarsi qualche minuto, ed anche servizi igienici provvisti di fasciatoio.

Quelli in cui sono entrata erano puliti e ben serviti.

C’è anche un ampio parco giochi, moderno e molto bello.

Dato che era domenica c’era molta gente e non potevamo fermarci troppo davanti ad ogni animale.

Se potrò, tornerò sicuramente in un giorno feriale.

I percorsi sono prevalentemente all’ombra, ma già in una giornata primaverile il caldo si faceva sentire, quindi sarebbe forse troppo impegnativa una visita con dei bimbi piccoli in piena estate.

parco natura viva Bussolengo Verona giornata con un bambino

La visita al Safari

Dopo aver girato per la maggior parte del Parco, siamo usciti per andare a riprendere la macchina e dirigerci verso l’area del Safari, che si percorre con la propria auto.

Qui l’esperienza non è stata altrettanto emozionante. La prima causa è stata la lunga coda per entrare: siamo rimasti in fila oltre un’ora, senza possibilità di tornare indietro.

Una volta entrati eravamo già abbastanza stanchi per l’attesa, e ci siamo goduti poco gli animali.

parco natura viva Bussolengo Verona giornata con un bambino

Avendo altre macchine davanti e dietro non è possibile pensare di fermarsi per molti minuti di fianco ad ogni animale, e naturalmente non è detto che gli animali siano in movimento e a favore di sguardo proprio nell’istante in cui si passa loro accanto.

A conti fatti non rifarei il Safari, ma trascorrerei più tempo all’interno del Parco.

La mia permanenza – tra tutto – è durata dalle 9.30 alle 13.30 circa.

La mission del Parco

L’impegnativo ruolo che il Parco Natura Viva si è assunto, quale centro tutela di specie animali minacciate d’estinzione, è tanto ambizioso quanto stimolante.

Oggi le funzioni istituzionali di un moderno giardino zoologico abbracciano la conservazione della biodiversità sotto molteplici aspetti.

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Conservazione

La sopravvivenza degli ambienti naturali e di numerose specie animali e vegetali è seriamente minacciata dalla rapida crescita della popolazione mondiale e dal conseguente incremento nella domanda di risorse naturali. I fattori di rischio che incombono sull’integrità del sistema ecologico globale gravano anche sull’uomo, l’unica specie che con un comportamento assennato non solo potrebbe salvare sé stessa, ma potrebbe adoperarsi per la conservazione della natura.

Ricerca

Il Parco Natura Viva è impegnato ad incoraggiare, sostenere e condurre ricerche che migliorino la gestione degli animali in ambiente controllato, che apportino benefici ai programmi di conservazione e che contribuiscano alla conoscenza scientifica di base degli animali e dei loro habitat naturali.

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La ricerca è uno degli obiettivi primari del Parco Natura Viva e la “Strategia mondiale degli zoo per la conservazione” sottolinea il ruolo importante che essa deve avere per i giardini zoologici moderni. La ricerca condotta negli zoo riveste ancora oggi un ruolo importante soprattutto per quelle specie elusive e schive che difficilmente sono osservabili in natura.

Educazione ambientale

L’educazione ambientale che avviene nei giardini zoologici ha il compito fondamentale di avvicinare i visitatori agli animali ospitati, per accompagnarli a sviluppare la consapevolezza dell’importanza della conservazione delle specie.

In questo modo gioca un ruolo rilevante sia a livello ambientale che culturale: il progresso nella conservazione dipende infatti dallo sviluppo della comprensione da parte del pubblico delle relazioni che intercorrono tra le specie, l’ambiente e le azioni umane.

parco natura viva Bussolengo Verona giornata con un bambino

Fondamentale quindi l’apporto che l’educazione ambientale può fornire direttamente, attraverso l’interazione con i visitatori, ma anche intervenendo in fase progettuale per la creazione dei reparti degli animali o la realizzazione di progetti di conservazione.

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Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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Una giornata in famiglia a Parco Sigurtà

Una giornata in famiglia a Parco Sigurtà

Quale luogo scegliere per staccare dalla routine e trascorrere del tempo all’aria aperta con un bimbo piccolo?

Per me tra le prime risposte ci sarà sempre Parco Sicurtà. Perfetto per una giornata in famiglia.

Uno dei posti che ho sempre amato e che apprezzo ancora di più da quando sono mamma.

Parco Sigurtà con un bimbo

L’ultima volta ero stata al Parco di Valeggio sul Mincio lo scorso anno, quando mia figlia aveva circa nove mesi (ora ne ha diciannove).

Cliccando QUI puoi leggere il racconto dettagliato di quella bellissima giornata, tutti i miei consigli e molte informazioni utili sulle possibilità di visita.

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Le restrizioni sanitarie dei mesi autunnali e invernali mi hanno impedito per diversi mesi di tornarci.

Finalmente però ci sono riuscita e la visita – come sempre – non ha deluso le aspettative!

Anzi, è stata ancora meglio dell’ultima volta, perché Beatrice, che ora di mesi ne ha diciannove, ha potuto partecipare attivamente all’esperienza nella natura che il Parco offre.

Tra animali, distese d’erba su cui correre con i piedini nudi, pic nic (o pranzo in uno dei chioschi), laghetti da ammirare, paesaggi da esplorare…

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Visitare il Parco

Dopo la temporanea chiusura per le restrizioni sanitarie, a fine aprile hanno riaperto i cancelli del Parco Giardino Sigurtà, tesoro verde alle porte di Verona.

Scoprire in completa sicurezza nei 600.000 metri quadratidel Secondo Parco Più Bello d’Europa è finalmente di nuovo possibile.

Tutti i giorni, festivi inclusi, fino a domenica 7 novembre 2021gli amanti della Natura potranno ammirare i prati, i boschi e le fioriture del Parco.

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Le tappe da non perdere

Per i più piccoli tappe imperdibili sonola Fattoria Didattica e la Valle dei Daini, mentre per gli adulti una passeggiata sul Grande Tappeto Erbosoristora corpo e mente con le carpe Koi che guizzano nei due Laghetti Fioriti; da non perdere ilLabirinto, punto di interesse che a luglio festeggia i 10 anni, i 18 specchi d’acqua, il Viale delle Roseche conduce con lo sguardo al Castello Scaligero del tredicesimo secolo.

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Per un viaggio nel passatoda non perdere una tappa al Castelletto, edificio merlato con finestre neogotiche risalente alla fine del Settecento e nei decenni scorsi sede di incontri tra scienziati e Premi Nobel, e l’Eremotempietto in stile neogotico ornato da una bifora che si affaccia sulla spettacolare visuale del Grande Tappeto Erboso.

Gli ingressi

Gli ingressi dei visitatori non saranno contingentati e non è necessaria la prenotazione.

I social media del Parco sono sempre aggiornaticon news, foto, video e approfondimenti: https://www.facebook.com/parcogiardinosigurta/– https://www.instagram.com/parcosigurta/

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Cliccando QUI puoi leggere le modalità per accedere al parco:

  • a piedi
  • in trenino
  • in bici
  • sul golf-cart

Per tutte le informazioni visita il sito ufficiale www.sigurta.it

I biglietti speciali a data fissa

Anche per la stagione 2021 tornano le promozioni con i biglietti speciali a data fissa.

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

Il martedì e il giovedì sono disponibili sul sito web ufficiale del Parco tariffe scontate per regalarsi in tranquillità e sicurezza un tour tra le meraviglie naturalistiche, in un giorno infrasettimanale.

Due sono le tipologie del biglietto speciale, vincolato alla data prescelta e valido solo per l’acquisto on line:

Masi sceglie il Parco

Molte sono ormai le aziende che negli anni hanno scelto il Parco Giardino Sigurtà per realizzare servizi fotografi o video promozionali, grazie agli ampi spazi e agli scorci che diventano fantastici set naturali.

Nelle ultime settimane l’Azienda Agricola Masi, leader nella produzione di vino, ha scelto il Grande Tappeto Erboso del Parco per lo shooting di presentazione dei due nuovi vini biologici, realizzati riducendo al minimo l’intervento dell’ uomo sulla Natura.

Una giornata in famiglia con i bimbi a Parco Sigurtà

L’influencer Paola Turani celebra Kenzo al Parco

L’influencer Paola Turani ha scelto di celebrare il profumo Flower Kenzo.

Paola Turani è una modella, presto diventerà mamma ed oggi è una delle influencer più seguite, con più di 1milione di followers.

Paola turani incinta parco sigurtà

Kenzo è una casa di moda francese fondata nel 1970 dallo stilista giapponese Kenzō Takada. Dal 1993 l’azienda è di proprietà del gruppo LVMH.

Kenzo flower è un profumo del gruppo orientale floreale da donna.

Il naso di questa fragranza è Alberto Morillas. Le note di testa sono ribes nero, biancospino, rosa bulgara e mandarino. Le note di cuore sono opoponax, gelsomino, violetta di parma e rosa; le note di base sono vaniglia, muschio bianco e incenso.

Hanno scelto come location i corridoi verdi del labirinto, gli ampi spazi erbosi, la passeggiata romantica sulle sponde dei Laghetti Fioriti e un meraviglioso cespuglio in fiore di Spirea.

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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Il dolore silenzioso dell’endometriosi, la storia di Melissa

Il dolore silenzioso dell’endometriosi, la storia di Melissa

Questo è uno di quegli articoli in cui non voglio rubare parole e tempo alla storia a cui ho scelto di dare spazio.

Perché l’attenzione di chi c’è dall’altra parte dello schermo si riduce spesso dopo poco, e qui invece bisogna leggere fino in fondo.

Per capire, per conoscere, per riflettere.

Melissa Botti ha 33 anni e il 9 marzo le è stata diagnosticata l’endometriosi.

Melissa Botti endometriosi

Melissa Botti

Melissa mi ha contattata per condividere con me il difficile percorso che ha vissuto e sta affrontando ogni giorno. Mi ha domandato come avrebbe potuto contribuire ad accendere l’attenzione su questa subdola malattia ed essere di supporto e aiuto ad altre donne.

Quelle donne che, come lei, si sono sentite e si sentono sole e per alleviare la sofferenza ed alleggerire i pensieri cercano il confronto con chi sta attraversando la stessa strada in salita.

Così eccoci qua.

L’endometriosi raccontata da Melissa

Il mese del mio 33esimo compleanno mi è stata diagnosticata l’endometriosi.

Ma che cos’è? E’ una malattia di cui si parla ancora troppo poco, provocata dalla fuoriuscita di tessuto endometriale dalla sua sede naturale ovvero l’utero e, in alcuni casi e in base al grado raggiunto dalla malattia, va ad intaccare altri organi.

E’ una compagna di vita fastidiosa, dolorosa ma soprattutto subdola… Subdola perché per le caratteristiche dei suoi sintomi viene il più delle volte sottovalutata e diagnosticata con molti anni di ritardo.

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Racconto la mia storia perché mi piacerebbe essere di supporto a tante altre ragazze che si trovano nella mia stessa condizione… Sia prima che dopo la diagnosi.

Purtroppo al momento per l’endometriosi non c’è una cura, la ricerca è poca e la conoscenza della malattia da parte dei professionisti è altrettanto scarsa. creando così un problema enorme e un ritardo inaccettabile nella diagnosi.

“Sei donna, è normale se soffri”

È da quando ho 14 anni che soffro durante il ciclo mestruale (spesso anche nella fase pre ciclo), flussi molto abbondanti, forti dolori alla pancia e alla schiena, stanchezza cronica e più avanti negli anni sono iniziati anche i dolori pelvici durante i rapporti sessuali.

Mi è sempre stato detto che è normale. Normale perché sei donna. È normale stare male.

Beh, io vi dico di no, non è normale soffrire così, il fatto che siamo donne non implica necessariamente questa rassegnazione e predisposizione alla sofferenza.

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È da quando ho 16 anni che faccio visite ginecologiche a cadenza annuale e mai, mai e poi mai si è parlato di una possibile endometriosi.

Ho avuto cisti alle ovaie che ho curato ma non ho più avuto il coraggio di lamentarmi dei miei dolori dopo che appunto mi era stato risposto che era normale e che addirittura col tempo le cose sarebbero migliorate.

Queste risposte ti fanno sentire sbagliata, passi per quella “delicata” che si lamenta per un dolorino… “pensi di essere l’unica? C’è pieno di donne che soffrono per il ciclo… Dai, su! Non sei né la prima né l’ultima!”.

Il dolore fisico e psicologico

Gli anni passano e i miei dolori non migliorano, anzi, sono peggiorati.

Dolori da avere la nausea e non riuscire a mangiare, da voler andare al lavoro in pigiama o anzi, da non volerci andare proprio.

Non perché sei una fannullona pigra, ma perché non sai dove e come trovare le forze per affrontare una giornata tipo che prevede l’andare al lavoro e rapportarsi con colleghi e clienti, il mandare avanti una casa, occuparti del cane perché lo adori e merita il meglio e non sarai di certo tu con i tuoi dolori e il tuo malessere a fargli mancare i suoi giretti quotidiani e dare attenzioni al tuo compagno che non ha colpe per il tuo stato e cerca comunque di starti il più vicino possibile.

La pillola anticoncezionale

Anni di pillola anticoncezionale e tanta invidia nei confronti di chi mi diceva che con la pillola non si accorgeva neanche di avere il ciclo.

A me non è mai cambiato nulla, stavo male con e senza, neanche un minimo miglioramento anzi, mal di testa raddoppiato… Allora prova pillole di marche differenti… nulla, fino alla rassegnazione.

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Io però ho sempre sentito che qualcosa non andava… Ma a parte le cisti diagnosticate a 16 anni le visite ginecologiche non hanno mai mostrato nulla di anomalo, utero regolare, ovaie ok, le cisti che non si sono ripresentate… Insomma, tutto a posto. Quindi dai, se è tutto nella norma ti vuoi davvero lamentare dei dolori? Non sei credibile.

Quel post sull’endometriosi

Poi finalmente l’illuminazione… Da dove? Da Instagram! Incredibile per me che proprio super social non sono. Per fortuna esistono pagine come Freeda che affrontano apertamente tanti problemi e ti fanno sentire meno sola.

Perché è così che ci si sente… Sole…

L’endometriosi pare colpisca 1 donna su 10 quindi è molto probabile che nel gruppo di amiche si sia le sole a soffrirne, o magari qualcuno ci sarebbe tra colleghe e conoscenti ma sono argomenti di cui non si parla, sono cose delicate e personali che non tutti hanno piacere a raccontare.

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Come anticipavo Freeda ha pubblicato un post su questa malattia sottovalutata, poco conosciuta e cattiva di nome Endometriosi. Ho letto i sintomi, ascoltato qualche testimonianza e non mi sembrava vero… Corrispondeva tutto a come mi sentivo io da anni… Precisamente 18.

La presa di coscienza e di coraggio

Siamo a fine estate 2020 e finalmente mi decido a reagire.

Vado sul sito ufficiale italiano dell’endometriosi, mi documento ulteriormente e vedo che propongono un test con domande mirate il cui risultato viene spedito direttamente via email. Le risposte che ho dato hanno accumulato un punteggio e il mio rientrava nella categoria: “alta probabilità di endometriosi”.

Bene (più o meno). Prendo consapevolezza ma soprattutto coraggio…

Con questo risultato mi sento meno “lamentosa”, fisso la mia visita annuale di controllo dalla ginecologa (che non è la stessa che mi seguiva in giovane età) e le spiego apertamente come mi sento dicendole che, pur non essendo una che si cura su Google, sospetto di avere l’endometriosi.

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Lei conferma la mia idea e mi consiglia di fare una visita a Negrar, centro rinomato per la diagnosi e la cura di questa malattia. Prenoto la visita specialistica, primo posto disponibile 9 marzo 2021, tanto per rendere l’idea di quante siamo con questo problema.

La visita specialistica al centro di Negrar

In sala d’attesa provo un misto di ansia e stupidità, sì perché a forza di sentire sminuire i miei sintomi negli anni mi sono quasi convinta di essere esagerata e di essere andata lì per niente e a far perdere tempo a professionisti che hanno sicuramente altre persone da curare che hanno più bisogno di me.

La visita è stata breve ma dolorosa, in tutti i sensi.

La diagnosi

Non appena avuta la diagnosi mi sono sentita sollevata, quasi euforica per aver dato una causa e un nome al mio stare male e aver avuto la conferma di non essere pazza, poi si sono susseguiti stati d’animo differenti.

Mi sono sentita fortunata perché non sono in uno stadio troppo grave della malattia.

Ho un focolaio nella parte posteriore dell’utero che giustifica tra le altre cose il fortissimo mal di schiena e i dolori durante i rapporti sessuali ma per fortuna al momento non ha intaccato altri organi, visto che nel mio caso il primo ad essere colpito sarebbe l’intestino.

Le preoccupazioni sul futuro

Vista l’età e il desiderio di provare prima o poi ad avere figli mi è stata ordinata una cura che blocca il ciclo… All’inizio, stufa com’ero di soffrire, l’ho trovata una cosa fantastica, successivamente però ho iniziato a metabolizzare il tutto e a fare i conti con una menopausa forzata con le conseguenze fisiche e psicologiche che questo stato porta con sé.

In realtà questa non è una soluzione definitiva, anzi… Diciamo che serve a tenere sotto controllo la malattia almeno fino a che io non decida di provare a rimanere incinta.

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Dico provare perché endometriosi e sterilità sono in qualche modo collegate, da sola non comporta necessariamente questa condizione ma è stato comunque studiato e dimostrato che la sterilità è presente nel 30% delle donne affette da questa malattia e anche il fatto che vada ad intaccare varie zone dell’apparato riproduttivo non aiuta in tal senso.

Se fra 6 mesi la mia condizione non sarà migliorata bisognerà procedere con un’operazione in laparoscopia che però non è risolutiva quindi è meglio evitarla o rimandarla il più possibile.

L’inizio della cura

È un mese che ho iniziato la cura e non posso dire di stare bene, ho diversi effetti collaterali che però spero passino dopo i primi mesi di assestamento visto che comunque non ho altre alternative.

Questa malattia va assolutamente diagnosticata prima, non si può arrivare dopo i 30 anni, in un’età in cui una persona inizia a pensare alla possibilità di avere una gravidanza e si ritrova con tutti i piani scombussolati.

Non sono mai stata ossessionata dall’argomento maternità, ho sempre pensato che prima preferivo studiare, sistemarmi, fare le mie esperienze.

diagnosi endometriosi storia informazioni cura

Ho sempre pensato che, nonostante ci siano ancora molti stigmi sociali in merito, una donna può essere felice anche decidendo di non avere figli, non è obbligatorio, non si devono fare perché è giusto e la società vuole che una persona ad una certa età si sistemi sentimentalmente e metta su famiglia, ognuno ha il proprio percorso e trova gioia in cose diverse.

Tutto ciò lo penso tutt’ora ma penso anche che ci sia una grossa differenza tra il poter scegliere e il non avere scelta.

La poca informazione sull’endometriosi

A marzo si è tenuta la seconda Conferenza italiana sull’endometriosi… Sottolineo “seconda” perché questo ci fa capire a che punto siamo. Collegate insieme a me c’erano centinaia di donne con storie differenti ma tutte accomunate dagli stessi problemi: diagnosi in ritardo, dolori fisici e psicologici spesso dovuti a tante gravidanze non andate a buon fine, tutte donne inascoltate per anni.

Un appello ai medici

È necessario che molti professionisti del settore prendano sul serio questa malattia e i suoi sintomi perché le visite ginecologiche sono un momento fondamentale per la percezione del problema e se si ha la fortuna di incontrare un professionista aggiornato, preparato e sensibile all’argomento diventa tutto più facile e la diagnosi più rapida…

Ma incontrare un ginecologo che ti ricorda che è normale soffrire e minimizza non solo porta a ritardi nella diagnosi ma ad accumulare danni emotivi molto profondi.

diagnosi endometriosi storia informazioni cura

Fare informazione nelle scuole

Penso inoltre che sia indispensabile fare informazione, iniziando dalle scuole ad esempio, prima si prende consapevolezza meglio è. Bisogna educare le ragazze ma anche i ragazzi che potrebbero ritrovarsi ad avere relazioni, sentimentali o anche solo di amicizia, con donne malate.

Pensate com’è soffrire così e avere a fianco qualcuno che non ha la sensibilità e le conoscenze per capire, supportare, aiutare.

Sarebbe importante riuscire a cambiare la mentalità dei datori di lavoro e permettere a chi soffre di usufruire di permessi lavorativi ad hoc senza passare per lavoratrici poco produttive e con poca voglia di darsi da fare, aumentare i fondi destinati alla ricerca e perché no, rendere mutuabili questi farmaci che, a quanto pare, ci accompagneranno per molti anni.

Il messaggio per le altre donne inascoltate

Ragazze, se avete anche solo un minimo dubbio fate un controllo, ascoltatevi e fidatevi dei segnali che vi manda il vostro corpo. Mamme e Papà, ascoltate le vostre figlie e sostenetele, è meglio un controllo in più che rimanere anni nel dubbio e nel dolore.

A tutte le donne che soffrono di endometriosi vorrei dire che non sono sole, purtroppo siamo in tante ma possiamo fare rete, insieme siamo più forti e possiamo aiutarci scambiandoci opinioni e consigli, perché anche solo parlarne con qualcuno che capisce è terapeutico, fa sentire meglio e soprattutto, per favore, non vergognatevi!

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Il pensiero rivolto al futuro

Io continuo con la mia vita e i miei progetti… Certi giorni sono più difficili di altri e allora cerco la forza in tutto ciò che mi fa sentire comunque una persona fortunata, anche il solo pensiero di essere d’aiuto a qualcun altro mi fa stare meglio, è come se mi aiutasse a dare un senso alla mia diagnosi.

A me sarebbe servito e piaciuto molto leggere qualche testimonianza in tutti gli anni di dubbi e dolori quindi spero in qualche modo di potervi essere stata utile e non mi fermerò, cercherò di portare avanti questo mio tentativo di informazione e sensibilizzazione sul tema.

Ringrazio Melissa Bottoli per il prezioso contributo a questo articolo.

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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Dalila Coato, l’ostetrica online e a domicilio

Dalila Coato, l’ostetrica online e a domicilio

Scegliere con attenzione chi seguire sui social è fondamentale.

Lo dico e lo scrivo ogni volta che posso.

A maggior ragione quando si tratta di tutti quegli argomenti che gravitano intorno all’essere donna, mamma, futura mamma.

La confusione nella realtà dell’online è tanta e può essere facile inciampare in un consiglio sbagliato di qualche professionista improvvisato.

Per questo nel mio piccolo cerco di coinvolgere, ogni volta che ne ho l’opportunità, esperte di quei settori che riguardano la femminilità e la maternità nel più ampio senso del termine.

Dalila Coato ostetrica a domicilio e online corso pre parto online consulenze per mamme

Ho conosciuto l’ostetrica Dalila Coato su Instagram quando ero già diventata mamma della mia Beatrice e uno dei primi pensieri è stato “Peccato averla scoperta così tardi!”.

L’ho contattata per chiederle un’intervista, perché credo fortemente nell’importanza di valorizzare, dare spazio e voce a chi ogni giorno utilizza i propri canali social per condividere contenuti davvero validi. Con amore, passione, disponibilità, mettendo a disposizione competenze e professionalità.

Già lo scorso anno nell’articolo che puoi leggere cliccando qui avevo raccontato ciò che c’è dietro la figura dell’ostetrica. Nell’immaginario comune spesso legata solo a gravidanze e nascite, e invece immensa fonte di supporto, informazione, aiuto per ogni fase della vita di una donna.

Qui sotto trovi l’intervista che ho fatto a Dalila.

L’ostetrica che ti auguro di poter avere accanto (a domicilio, oppure online) perché ti darà la giusta dose di fiducia in te stessa per affrontare qualsiasi cosa.

Dalila Coato ostetrica a domicilio e online

Dalila Coato

Quali sono le differenze sostanziali tra la figura professionale dell’ostetrica e quella del ginecologo?

La differenza è sostanziale, perché parte dal desiderio che ha avuto quella persona in origine di formarsi.

Quando si sceglie il percorso per diventare medico oppure ostetrica, lo si fa con un obiettivo: sostenere la trasformazione nella sua fisiologia, quindi accompagnarla e supportarla con competenze ostetriche oppure con l’intento di guarire e curare una patologia. L’obiettivo professionale è diverso e viene rafforzato dalla formazione, che è quella che ci da’ gli occhiali per leggere una realtà.

Alle ostetriche vengono messi gli occhiali della fisiologia, per sapere riconoscere gli eventuali segnali della salute della mamma o i fattori di rischio che possono poi riportare ad un medico. Il medico invece mette gli occhiali della patologia e nella stessa donna che l’ostetrica vede una condizione di salute il medico vede quell’esame con l’asterisco.

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Per l’ostetrica uno strumento fondamentale è quello di entrare in relazione con la mamma. Cosa a cui teniamo moltissimo e che ci permette di muoverci con sicurezza senza esagerare con gli esami e senza iper controllare la gravidanza.

Per me è importantissimo far passare il messaggio che la mamma è l’esperta di sé stessa in primis ed è l’esperta del suo bambino o della sua bambina quando ancora deve nascere. Mamma e bambino sono in relazione 24 ore su 24 fin da quando quella vita è stata concepita e non si può far finta che questo non esista. A volte ci si si dimentica che i protagonisti sono la mamma, la coppia e la vita che verrà.

In che modo un’ostetrica può aiutare la donna in diverse fasi della vita e non solo in quelle legate alla gravidanza?

L’ostetrica già dal menarca può essere la figura di riferimento per una ragazza che diventa donna. Si tratta di una professionista che si dedica anche ad accompagnare ragazze, mamme e l’intera famiglia nel passaggio che c’è tra la pubertà e la vita da donna.

Nella maternità l’ostetrica trova l’espressione dei suoi saperi fin dal momento pre concenzionale in cui si pensa ad un figlio, o addirittura già da quando ci si chiede se pensare ad un figlio e si vuole avere un confronto con un professionista. La disinformazione è tanta e molte donne hanno dei dubbi anche prima di arrivare a dire “proviamoci”.

Sul suo profilo Instagram informa in modo concreto e professionale affinché ci sia sempre più consapevolezza su gravidanza e parto. Quanto è importante essere un valido punto di riferimento sui social, vista la tanta disinformazione che circola?

Nel momento in cui ci si inserisce in un social per alcune persone è difficile, da utenti, capire la differenza dell’interlocutore. Io tengo tanto ad inserire spesso le linee guida e portare riferimenti Ministeriali. Le mamme e i papà solo osservando chi fa riferimento a fonti ufficiali possono capire chi spiega cose corrette ed aggiornate.

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Si aspettava di avere un così ampio seguito, oppure è accaduto tutto un po’ per caso?

È accaduto per caso. Avevo il desiderio di parlare della mia professione. Ero neo laureata e volevo lavorare non in ospedale ma sul territorio. Prima di propormi con il mio lavoro c’era però bisogno di informare riguardo cosa fa l’ostetrica e a quali bisogni risponde.

Io ancor prima di diventare ostetrica sono sempre stata appassionata di digitale, così ho unito queste due passioni nel portare a chi mi segue contenuti ostetrici aggiornati, video di approfondimento, condivisione di pensieri, attraverso il racconto del mio lavoro quotidiano e della mia storia personale.

Non rinuncerei mai al mio essere ostetrica a domicilio, adoro entrare in punta di piedi nelle case delle neo famiglie e palpare l’incredibile silenzio che incornicia la scoperta di un nuovo essere umano e che viene interrotto solo dal suo richiamo.

Allo stesso tempo mi sento pienamente realizzata facendo anche l’ostetrica online, potendo fornire assistenza anche a tutti i futuri genitori che mi scelgono per un feeling speciale che si è trovato anche se a chilometri di distanza!

È difficile riuscire a gestire quotidianamente l’impegno che richiede la community e ad incastrare sempre tutto tra lavoro, casa, bimbi?

Non è una cosa semplice. È un continuo divenire. Il mio lavoro è tutto questo. Il mio lavoro abbraccia anche l’aspetto dei social e di giorno in giorno cerco di trovare il giusto equilibrio tra tutti questi aspetti. Più spazio assumeva questa presenza online e meno disponibilità avevo per le domiciliari.

Si è tutto incastrato molto anche con le mie gravidanze. Quando il mio lavoro fisico in presenza si è fermato, ho avuto più modo di dedicarmi ai social e al lavoro e a distanza.

Uno dei suoi corsi più noti è “Parto Senza Paura”. Ma è davvero possibile affrontare un parto senza avere paura? Quali sono le paure più frequenti delle future mamme?

È possibile. Ci sono donne che partoriscono senza paura, ma ci sono anche donne che affrontano il parto con paura. Si può lavorare per averne meno, per dare un significato a questa paura ed al dolore, affinché la paura possa diventare uno strumento. Sicuramente il timore più diffuso tra le future mamme è quello dell’ignoto.

Con la gravidanza ci si avvicina ad una cosa molto grande, senza sapere bene cosa aspettarsi e con la sensazione di buttarsi nel vuoto. Sia per quando riguarda il parto, sia per come sarà la vita dopo.

La paura è legittima ma non deve bloccare, e ricordiamoci che anche il dolore serve sempre.

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Quando è possibile partorire a casa?

Indicativamente la richiesta per partorire a casa deve arrivare entro le 28/30 settimane, in modo che l’ostetrica possa valutare l’andamento della gravidanza. Il parto a domicilio si organizza ma può sempre cambiare durante il corso degli eventi.

L’ostetrica è in sorveglianza della mamma e del bambino e chi fa questa scelta sa che la strada può cambiare. Ad esempio se subentrano deviazioni dalla fisiologia, come un dato che non ci rassicura più.

Quali sono i servizi più richiesti che offre a domicilio e a distanza?

In questo periodo il servizio più richiesto è il corso pre parto online, richiestissimo per una mancanza di offerta. Questo perché se prima c’era una pluralità di proposte territoriali, adesso – complice la pandemia dell’ultimo anno – qualcosa si muove anche nell’online ma per lo più con proposte un po’ improvvisate. Molti genitori cercano una alternativa e trovano il mio corso online.

Sto ricevendo anche molte richieste di consulenze a distanza pre concezionali.

Il diventare mamma ha influenzato il suo lavoro?

Prima di diventare mamma ho avuto la fortuna di fare formazione con l’associazione Melograno sul maternage. Si è lavorato tantissimo sui bisogni delle mamme e questo mi aveva dato una buona base di partenza. Diventare mamma ha per me confermato quali sono i bisogni di una mamma, ma sono la stessa professionista che ero anche prima. Magari più ammorbidita sotto diversi aspetti…

Tra i nuovi progetti del 2021 c’è il Podcast “Nasciamo tutti così”…

“Nasciamo tutti così” è il primo podcast italiano di storie di parto. Ogni lunedì su Spotify con il racconto di una nuova nascita.

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Ci sono tanti modi per venire al mondo e spesso la nascita di nostro figlio è diversa da come l’avremmo mai immaginata. Condividerla e raccontarla è il primo passo per elaborarla, riascoltarla è emozionante ed incredibilmente prezioso per le future mamme in attesa di partorire.

La narrazione di questo evento viene fatta troppo spesso in termini negativi e riuscire a vedere un quadro più ampio, per le future mamme, può essere molto utile e bello.

Ringrazio Dalila Coato per il prezioso contributo a questo articolo.

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Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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