A passeggio con il passeggino. Un invito a riflettere sulle barriere architettoniche

A passeggio con il passeggino. Un invito a riflettere sulle barriere architettoniche

Avvertenza

Pezzo caldamente suggerito a chiunque abbia anche solo lontanamente a che fare con la progettazione, ristrutturazione, riqualificazione di strade, marciapiedi, locali pubblici, negozi, chiese, case, giardini, piazze, città, pianeti, galassie.
 

Avvertenza bis

Ciò che segue vuole essere uno spunto di riflessione, con un pizzico di ironia, per chi può fare qualcosa per agevolare la complessa vita quotidiana di molti esseri umani.
 
Se tu che leggi non hai idea di cosa significhi andare a fare una passeggiata con un neonato, provo a spiegarlo.
 
Se invece sei una mamma (o papà, nonna, babysitter, zia…) sai benissimo di cosa parlo. Puoi quindi saltare questo punto e passare alla casella successiva. Come il gioco dell’oca.
 
 
 
 
Dunque, nemmeno io prima della nascita di mia figlia mi rendevo conto al cento percento di cosa volesse dire uscire con un bimbo. Cioè fare tutte quelle attività giornaliere ma con l’aggiunta di un mini umano assolutamente non autonomo a seguito.
 
Vorrei accendere i riflettori sulla difficoltà del muoversi con una carrozzina. I riflettori da accendere sarebbero tanti tantissimi, che salotti di Barbara D’Urso e programmi di Maria De Filippi levatevi.
È però impossibile parlare proprio di tutte le situazioni. Ci vorrebbero un paio d’ore di scrittura e altrettante di lettura. Troppe per me che continuo a non dormire e per chi deve leggere fino in fondo. Mi concentrerò su alcuni aspetti, basandomi sulla mia esperienza e riservandomi una seconda puntata. Vabbè, potrei anche dare il via ad una fiction della lunghezza di Beautiful, visto l’argomento.
 
Il livello di difficoltà del muoversi con un bambino piccolo (c’è chi ne ha di più quindi bisogna moltiplicare) è pari a quello del riuscire a risolvere il cubo di Rubik. Al buio.
 

Spoiler

I neonati mangiano circa ogni tre ore. Vanno lavati e cambiati quando si sporcano quindi primadopodurante ogni poppata o biberon. Bisogna vestirli e spogliarli e rivestirli nel caso in cui il contenuto del pannolino fuoriesca.
Prima di uscire è quindi necessario programmare tutto ciò.
 
 
 
 
 
In base alla legge di Murphy, solitamente accade che quando sei stata in grado di far combaciare ogni cosa con l’orario di uscita, la creatura si vomiti addosso, o sui tuoi vestiti (tra l’altro gli unici puliti che hai), richieda di essere lavata e cambiata dalla testa ai piedi, abbia un incontrollabile attacco di fame e pianga anche per i tuoi errori passati di dieci anni fa.
 
Non raramente fuori inizia a piovere, il telefono squilla e devi smontare e montare la carrozzina dentro e fuori dalla macchina che avevi comprato quando dovevi portare solo la spesa della settimana. Con il baule capiente quanto il sottosella del motorino dell’adolescenza.
È comprensibile immaginare che la madre, quando riesce a varcare la soglia di casa, debba già fare i conti con il proprio sistema nervoso leggermente compromesso.
 
 

Ecco qualche idea degli ostacoli cui ci si trova di fronte

 
– Quasi nessun marciapiede è connesso per più di 50 metri
 
– Quando ci sono i sacchetti o i bidoni della differenziata devi scegliere se farti crescere le ali e volare, oppure rischiare la vita lanciandoti in strada
 
– Quando non c’è la spazzatura c’è la siepe del vicino che sporge per la distanza Marte-Venere
 
– Chi taglia l’erba spesso lascia gli sfalci sul bordo dell’unico marciapiede che era connesso per cinquantuno metri
 
– Sui marciapiedi connessi per cinquantadue metri trovi invece l’individuo che ci ha parcheggiato sopra con un Suv delle dimensioni del Titanic
 
– Nella maggior parte delle chiese puoi scordarti di entrare a meno che non ci sia un aiuto e non divino
 
– I bar che frequentavi sono off limits perché non c’è posto sul tavolo se per sbaglio ordini la brioche oltre al caffè, figurati per un passeggino
 
– I negozi meglio scordarli, a meno che tu non voglia rischiare di agganciare per sbaglio il vestito più costoso (che tanto non ti puoi permettere), dati i quindici centimetri di spazio tra un espositore e l’altro, e trascinarlo sotto le ruote
 
– Nei ristoranti dovrai chiamare per tempo, avvisando che arriverai con una carrozzina con lo stesso preavviso e la medesima cautela con cui speravi che tua madre ti avvisasse prima di tornare dalle vacanze estive la prima volta che ti ha lasciato a casa da sola
 
– Le ruote si incastreranno nelle buche dell’asfalto o nei ciottoli e ad un certo punto penserai di mollare tutto (il bambino no, è costato molta fatica) e metterti a piangere
 
– Per entrare in banca dovrai fare la chiamata speciale con il pulsante che non funziona, e comunque ti diranno che il saldo è più basso di ciò che speravi
 
– Fare una commissione negli enti e negli uffici pubblici sì ma solo al piano zero, che l’ascensore mica è da tutti nel 2019 e poi insomma è colpa tua se ti sei portata dietro la creatura
 
 
 
 
 
Uscire con un neonato richiede una buona dose di coraggio. Di certo però potrai non rinnovare l’abbonamento della palestra.
Quello dallo psicanalista invece meglio di sì.
 
 
“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza. 

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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