Come far convivere gatti e bambini

Come far convivere gatti e bambini

Quali sono i segreti per la convivenza perfetta tra gatti e bambini? Alcuni li ho imparati con l’esperienza e ho voglia di condividerli.

Spoiler: al primo posto delle domande a tema “bambina che vive con un animale” che mi sono sentita fare – e che non avrei voluto sentire – c’è senza dubbio “Hai tagliato le unghie al gatto, vero?”.

Spoiler/2: leggere per farsi due risate, ma anche imparare cose utili. 

come far convivere gatti e bambini

Oggi – 26 agosto 2020 – scopro che è la giornata internazionale del cane. Ed io, che a volte nella vita vado fuori tema e capita anche senza rendermene conto, ho scritto un articolo sul gatto e in particolare su come far convivere gatti e bimbiUna parentesi di seria leggerezza in questa strana estate di questo stranissimo anno.

Leggerezza, sì, perché le frasi che mi sono sentita dire – e che cito una per una – fanno decisamente sorridere (o un po’ piangere, se si pensa che qualcuno me le ha dette per davvero).

Serietà, sì, perché in base alla mia esperienza ho inserito qualche consiglio pratico su come far convivere al meglio felino e bebè.

come far convivere gatti e bambini

La convivenza tra bimbi gatti parte dalla gravidanza

La premessa è che i benefici che si hanno dalla convivenza con un animale, sono innumerevoli, soprattutto per i più piccoli.

Ad ottobre dello scorso anno, pochissimi giorni prima di partorire avevo pubblicato un pezzo (QUI) su Toxoplasmosi e gravidanza. Con tanti suggerimenti su come sopravvivere (soprattutto agli esseri umani) quando hai un gatto e una creaturina nella pancia.

In questo articolo voglio parlare del dopo

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Cioè del momento in cui torni a casa dall’ospedale e ti trovi a dover spiegare al tuo gatto – unico indiscusso sovrano di casa fino all’istante prima – che non sarà più lui il centro del mondo.

Chi ha un gatto, o conosce anche superficialmente la proverbiale permalosità dei felini, unita al loro totale egocentrismo, può capire che si tratta di un’impresa tutt’altro che facile. Faraonica oserei dire.

Un gatto potrebbe voltare le spalle al padrone devoto per molto, moltissimo meno. 

A me erano state inflitte varie punizioni quella volta in cui non avevo fatto in tempo ad andare nel supermercato che ha quella marca di quel suo cibo preferito e mi ero presentata con bustine e croccantini di altri brand.

Arrivo al dunque.

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Le cose da fare per rendere meno complicata la convivenza tra il gatto ed il neonato

  • Evitare di montare tutti gli oggetti ad uso del neonato (culla, passeggino, fasciatoio, cameretta ecc..) in una volta sola: per il gatto può essere traumatico subire questo cambiamento in breve tempo, meglio montare una cosa per volta e farlo abituare
  • Cercare di mantenere inalterati i suoi spazi principali: ciotole per il cibo e sabbietta per i bisogni
  • Prima del rientro dall’ospedale, far mettere in casa i primi vestitini usati dal bimbo: in questo modo il gatto può cominciare a sentire un odore nuovo e prendere confidenza
  • Al rientro a casa, lasciare il neonato nell’ovetto e lasciare che il gatto (se è un animale che solitamente non presenta segni di aggressività improvvisa) si avvicini: il gatto sarà incuriosito e spaventato 

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  • Non sgridare il gatto se vuole avvicinarsi al bimbo: è importante per facilitare la conoscenza tra il micio e il nuovo componente della famiglia
  • Accarezzare il gatto ogni volta che si può: soprattutto per le mamme non è semplice a causa della mancanza di tempo, ma è bene provare a ricordare al gatto che c’è ancora dell’interesse verso di lui
  • Lasciare che il gatto, se lo decide, dorma insieme al bimbo: ci vorrà del tempo, ma questo sarà il primo vero segnale di pace e futura amicizia, quindi ciò che bisogna fare è soltanto esserne felici

Nella mia personale esperienza posso dire che a volte è stato difficile. Mi sono anche sentita in colpa verso il mio micio, che ha 15 anni e mai poteva pensare di trascorrere la pensione con una creaturina che lo rincorre no stop.

Adesso mia figlia ha 10 mesi e mi scoppia il cuore di gioia a vederli insieme. 

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Lei più che coccolarlo lo tortura, c’è da perfezionare la tecnica di accarezzamento e spiegarle che lanciargli i giochi non è il modo giusto per coinvolgerlo nelle attività da mini umani.

Lui però ha imparato a trattarla come un membro della famiglia, mai e poi mai l’ha graffiata, le ha soffiato o l’ha morsa – nemmeno quando è successo che lei gli tirasse forte baffi, unghie e coda.

Dormire accanto a me è una delle poche cose che li mette al cento percento d’accordo. Che dire? Li amo.

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Le cose da non chiedere ad una mamma con un gatto (e le risposte che quella mamma vorrebbe dare)

Con il gatto come hai fatto? Pensavo ovviamente di sbarazzarmene, ma poi ho capito che è meglio sbarazzarsi di chi fa domande idiote come questa.

Ma fai toccare al gatto le cose della bambina? No no, si sa che se al gatto dici di stare fermo e non camminare dove non può, lui obbedisce.

Non dormono negli stessi spazi vero? Ma vaaa, scherzi? Il gatto odia superfici calde e morbide come quella della culla o del lettino. 

Le lavi le mani ogni volta che tocca il gatto? Si, è chiaro. E anzi tengo l’acqua del rubinetto sempre aperta per potergliele lavare all’istante. Qualche aumento nelle bollette ma fa lo stesso.

E se la graffia cosa fai? Non sono brava con la statistica, ma credo siano molto più alte le probabilità che possa graffiare te e non mia figlia.

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Non hai paura che il gatto porti delle malattie? Al momento ho più paura di cosa tu possa ancora chiedermi.

Ma c’è il rischio che si scambino il cibo? Succede sempre, succedeva anche prima. Pensa che quando ho ospiti a cena spesso mi sbaglio e metto in tavola i croccantini.

Come fai a tenere il pavimento sempre pulito dai peli quando la bambina gattona per casa? La inseguo armata di secchio, straccio, detersivo, candeggina.

Sei sicura sia stata una buona idea? Ascoltare la tua domanda decisamente no, non lo è stata.

Hai tagliato le unghie al gatto? A questa preferisco non replicare. A posto così. 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza. 

Elena Caracciolo giornalista ufficio stampa consulente comunicazione gestione social e siti Mantova Elena Caracciolo – Sono giornalista pubblicista, freelance, mi occupo di comunicazione ed uffici stampa per privati, enti pubblici, aziende e associazioni di volontariato, dalla consulenza alla strategia, gestisco siti web e social e sono ideatrice di progetti rivolti a donne e mamme. 

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Toxoplasmosi e gravidanza. Come sopravvivere (soprattutto agli esseri umani) quando hai un gatto

Toxoplasmosi e gravidanza. Come sopravvivere (soprattutto agli esseri umani) quando hai un gatto

C’è una parola, o meglio dire una minaccia, che ogni donna sente pronunciare appena rimane incinta. Toxoplasmosi.

Come sopravvivere quando si abita con un gatto? No, non solo come sopravvivere al micio, ma in particolare agli esseri umani che ti diranno che devi liberarti dell’animale. Il felino che ami di più al mondo.

Qui sotto trovate una selezione di risposte severe ma giuste, da usare a piacimento. E qualche indicazione pratica.

Facciamo però un passo indietro. Toxoplasmosi. Dodici lettere che non avevi considerato nella tua vita, finché non ti ritrovi a chiederti se sei immune oppure no.

Per scoprirlo c’è un semplice esame del sangue da fare, uno dei primi del lungo lunghissimo elenco che ti aspetta durante i nove mesi.

Se il risultato è positivo, ovvero se hai la fortuna di aver già fatto i conti con il batterio (di solito nessuno se ne accorge, a meno che non vengano fatte le analisi specifiche per verificarlo), allora tutto a posto. Almeno per questa singola potenziale preoccupazione.

La Toxoplasmosi, per gli amici toxo, senza voler entrare nello specifico e invadere competenze mediche è una malattia provocata dall’infezione di un parassita, trasmettibile all’uomo attraverso animali come i gatti, il cibo, i vegetali contaminati.

Bene. Se il risultato è quindi negativo, ovvero non sei immune e c’è il rischio che tu possa prenderti la toxo durante la gravidanza, ecco che dovrai ripetere gli esami ogni mese e l’ansia sarà la tua amica quotidiana.

Va beh, è chiaro che l’ansia non ti abbandonerà in ogni caso finché non avrai la totale certezza che la tua creatura stia bene e sia in salute e che tu abbia fatto di tutto per proteggerla. Insomma, fino a che non avrà almeno diciottoventanni.

Dicevo…? Sì, tra le mille angosce giornaliere ci sarà quella che riguarda la toxo.

Gli affettati e qualunque genere di carne cruda saranno banditi nella stessa misura in cui Robin Hood venne allontanato dal Regno di Nottingham.

Stessa sorte toccherà ai vegetali crudi. Off limits, a meno che non siano prima stati lavati con Amuchina. Procedura che richiede di essere a casa propria, una buona dose di tempo (in base alle istruzioni, il vegetale deve stare a bagno circa mezz’ora) e la speranza di non procurarsi un principio di avvelenamento. Arrivata alla fine dei nove mesi, io credo di essere fatta per l’80% di Amuchina.

Perché quando ti illustrano i danni che la toxo può procurare all’esserino che ti stai impegnando con tutta te stessa a portare al mondo, non sei mai abbastanza sicura di aver lavato la verdura a sufficienza. Oppure di mangiare carne abbastanza cotta. Risultato: al ristorante blocchi il cameriere con un terzo grado nemmeno fossi diventata un’allieva di Quantico in missione.

Veniamo ai gatti. La realtà, almeno in base a quanto detto dai medici che ho consultato, è che sia maggiore la probabilità di prendere la toxo da un’insalata appena raccolta dalla terra dell’orto del nonno (beato chi ha un nonno con l’orto) che dalla convivenza con un gatto. Se il gatto non esce, la possibilità si assottiglia quasi allo zero. Se il gatto se ne va in giro, è comunque una eventualità non così frequente.

Per quanto tu, ad esempio io, possa essere dieciquindici anni che stai a contatto (stretto contatto) con il felino domestico, e per quanto una volta saputo di essere incinta e non immune tu possa aver preso tutte le precauzioni possibili (pulire la lettiera con guanti, procurarti salviette per il pelo, no baci), troverai sempre qualche persona che se ne uscirà con un parere assolutamente non richiesto.

Per te è una sofferenza trattenerti dall’affogare la faccia e i dispiaceri della giornata nella morbida, calda, accogliente pelliccia dell’animale tutto fusa. Lo è anche evitare che zampetti nella zona del tuo cuscino, resistendo a quegli occhioni che sembrano chiederti “Umana scusa, perché mi stai facendo questo? Dormivamo appiccicati fino a ieri, tu ed io”.

Avere poi a che fare con chi parla senza sapere è veramente troppo per il tuo sistema nervoso già compromesso.

Le frasi (storie di vita vissuta) che potresti sentirti dire se hai un gatto e aspetti un figlio… E qualche ottimo spunto di risposta

“Forse dovresti liberarti del gatto” Forse dovrei liberami di te.

“Sei sicura che non sia meglio tenerlo sempre fuori casa ora, vista la situazione?” In realtà mi chiedo perché ho fatto entrare te, in casa.

“Adesso che sei incinta lo lavi bene prima di toccarlo, giusto?” Certo, un po’ di Amuchina sui pomodori, un po’ sul pelo del micio e via.

“Magari non è stata una cosa saggia prendere un gatto se poi sapevi di volere figli” Tralasciando che il gatto ce l’ho da quando avevo diciassette anni, magari non è una cosa saggia stare qui a parlare con te.

“Oddio ma adesso che nasce la bambina come farai per il contatto con il gatto?” Guarda, la fortuna è che mia figlia non dovrà avere contatti con te.

“Conoscevo una con un gatto ed un bimbo piccolo, e il gatto ha cercato consapevolmente più volte di soffocare il bambino” Beh è risaputo che i piccoli felini siano spietati serial killer mandati per sterminare la razza umana, è normale inizino dai neonati. Comunque stai attento, perché il mio gatto ti sta fissando.

Alcune indicazioni pratiche che ho seguito come prevenzione alla Toxoplasmosi

Non baciare il gatto

Usare dei guanti (vanno bene in lattice) per pulire la lettiera

Evitare di far dormire il gatto molto vicino al mio cuscino del letto

Lavare bene e spesso le mani

Lavare con Amuchina ogni genere di verdura, se da magiare cruda

Lavare con Amuchina la frutta da mangiare con la buccia

Non mangiare fuori casa frutta o verdura cruda

Cuocere molto bene la carne, meglio troppo cotta che forse non abbastanza

Non mangiare affettati, concessi solo quelli cotti ad esempio sulla pizza una volta ogni tanto

 

“Mamma…e adesso?”. Scrivimi per raccontare la tua esperienza.